martedì 28 aprile 2009

Gioielli

" La paura del mondo produce cristalli nella scrittura. Uno tende alla perfezione, alle frasi cristallizzate, impeccabili, alla lucentezza dura delle gemme, solo per scoprire che la gente preferisce gli scrittori sciatti, incompleti, disordinati, gli scrittori più dispersivi, perchè è più umano. Ai gioielli, essi preferiscono le imperfezioni umane, l'umidità del sudore, cattivi odori, balbettii. Tutto questo io lo metto nel diario, per dare al mondo solo gioielli. "

(dal Diario II di Anais Nin)

giovedì 23 aprile 2009

Laboratorio di scrittura creativa.


Sabato 18 aprile è stata una giornata piena di emozioni: ho partecipato ad un seminario di scrittura creativa, organizzato da un’associazione culturale che opera nella mia città.
Un giornata tutta per me e per la mia grande passione per la scrittura, che ha confermato ancora una volta ciò che voglio fare da grande.
Nonostante ciò mi sono sentita inadeguata ed incapace di condividere (nonostante avvertissi l’enorme bisogno di farlo) le emozioni che ho vissuto e il mio desiderio di perseguire questa via.
Mi sono sentita sola.
Lo scrittore è solo.
Durante il seminario, il docente ci ha parlato con parole semplici e toccanti, assieme abbiamo letto e analizzato, commentato e capito.
E’ difficile.
Ho capito di non amare la letteratura americana, perché non riesce ad emozionarmi alla prima lettura.
Così come mi concedo alla vita, con passione e amore, così mi aspetto di ricevere da ciò che leggo: la parola deve arrivarmi dritto alla pancia, devo sentire le lacrime pungere le palpebre, devo sentire la voce che si strozza in gola, devo avere le mani che tremano e il corpo che si scuote.
Tutte abbiamo scritto (eravamo solo donne), quasi tutte hanno letto. Tranne me.
È la seconda volta che mi capita ed anche sabato è successo: quando partecipo a questi incontri esperienziali e devo scrivere su richiesta, per poi leggere agli altri, scatta un blocco dentro di me, che normalmente scrivo di getto, e non esce una parola dalla punta della mia matita.
Maledetto REVISORE!
Ho intuito che le altre erano già abituate a leggere i propri racconti agli altri.
Ho capito che devo riporre maggiore fiducia in me e che quello che mi frena è il peso della critica, di cui invece ho bisogno.
Ascoltando leggere le altre donne, mi sembrava che le mie parole, a confronto, fossero misere e insignificanti.
Sono tornata a casa carica di emozione e con il bisogno di dimostrare a me stessa che il mio lavoro non era da meno. Sabato sera, da sola, nel letto, ho riletto a me stessa, a voce alta, i racconti scritti durante il seminario e mi sono detta che non erano per niente male.
Sono ad un passo dalla pubblicazione del mio libro ed ancora mi sento inadeguata!
Devo ricordarmi di Mandela:
"La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite. E' la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più..Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "In realtà chi sei tu per NON esserlo? (....) E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.E quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri."

(mirtilla 22/04/2009)

venerdì 3 aprile 2009

"La memoria dei sensi."

Giovedì sera è terminato il laboratorio di scrittura autobiografica che aveva come tema "la memoria dei sensi".
Una scorribanda frizzante ed esperienziale sulla percezione e sul ricordo legati ai cinque sensi.
Un laboratorio davvero interessante, ogni sera di più e mai una lezione uguale all'altra.
Ho iniziato quest'esperienza pensando che fosse il laboratorio adatto a me ("scrittura autobiografica") perchè mi avrebbe permesso di fare uscire qualcosa di me ogni volta. Immaginavo che il mio corpo, la mia essenza, il mio vissuto, la mia anima si plasmassero al foglio disegnando su di esso le linee di una intricata esistenza e traducendo in parole tutto ciò che la mia pancia filtrava giorno dopo giorno.
Per fortuna questa volta il gioco non era quello di riversare sul foglio inquietudini e sentimenti, ma, cosa che per me ho scoperto complicatissima, sviluppare il ricordo suscitato da situazioni, azioni, sentimenti o quanto può essere riconducibile al coivolgimento dei sensi.
La cosa ancora più difficile e che mi aspettavo, è stata quella di buttare su carta brevi testi, indicati di volta in volta dalla bravissima docente.
Io scrivo. Di tutto. Ogni cosa. Di getto.
Bene, durante le lezioni ho fatto fatica a scrivere mezza pagina.
Il mio personaggio non era lì a dettarmi quello che sentiva, ricordava, provava.
Ho censurato pagine e pagine di sentimenti scomodi e complicati, ho veramente avuto difficoltà a ripensare a fatti e a cose che appartengono ad un'altra persona, quella che non sono più.
Ho la sensazione che alcune cose facciano parte di un'esistenza parallela e ormai vissuta.
L'inizio della mia nuova esistenza coincide con una maturità personale che nulla ha a che fare con la maturità anagrafica, ma che è frutto di un percorso, di una vita, di una lunga lista di cadute, botte e risalite.
Il laboratorio mi ha messo di fronte alla verità che l'utilizzo dei sensi e lo sviluppo di questa parte importante del mio essere sono praticamente sottosviluppati in me.
Uso molto i sensi ma non in maniera attiva. Li uso perchè altrimenti non sarei viva, li uso perchè mi servono ma non come strumento di maggiore percezione del mondo.

Il gusto è per me legato al "sapore della vita", all'amarezza per una situazione spiacevole, alla dolcezza dell'amore e dell'amicizia.

Il sentire lo associo ai sentimenti ed alle emozioni. Lo rimando a quel sentire di pancia tutto ciò che attraversa la mia esistenza.

L'olfatto è il recettore dei profumi del mondo, il canale di trasmissione delle comunicazioni sociali fra gli individui. E' il canale dell'amore fisico.

Il tatto è la carezza. In gesto di affetto, di presenza, il conTATTO con l'altro, il modo per dimostrare che ci sono quando la parola non è abbastanza.

Vedere è l'orizzonte. Il primo esperimento di scrittura semiseria è stato una sorta di romanzo autobiografico dal titolo "l'orizzonte".
Oggi credo di non appartenere più a quel tempo, non sono nemmeno certa che avrò mai l'intenzione di scrivere la mia storia.
Quel romanzo ha segnato l'inizio di un percorso.
FRAMMENTI D'ANIMA rappresenta una tappa fondamentale di quel percorso che durerà una vita.
L'orizzonte è lo spazio attorno a me e tutto ciò che lo sguardo riesce a catturare.
Quello che c'è fra me e l'orizzonte mi riempie. I miei occhi accolgono gli umori, le sensazioni, includono/escludono, piangono e ridono, rimproverano e gioiscono.

(mirtilla)